martedì 15 marzo 2011

Approfondimento - Joypad V generazione - II parte

Pad a confronto: Jaguar, Pippin, Pc-Fx, Cd-32. Playdia, Towns Martin


Continuiamo a parlare di pad della quinta generazione, dopo aver analizzato i pad di Sony, Nintendo e Sega qui. Analizziamo in particolare i pad di console meno diffuse, in particolare l’Atari Jaguar, l’Apple Pippin, il Pc-Fx della Nec, l’Amiga Cd-32 di Commodore,  Playdia di Bandai, e il Towns Martin. Partiamo subito con lo scempio, probabilmente il pad più brutto di sempre, quello Jaguar. 

zzzz...chi è?....si prego si accomodi...

Chiamarlo controller a prima vista, non è immediato, sembra più uno di quegli aggeggi che si mettono sulle scrivanie, negli studi, per rispondere ed aprire la porta … insomma il pad, con soli tre tasti, è corredato da un tastierino numerico, in tutto e per tutto uguale a quelli telefonici, integrato al di sotto della parte principale del controller. Questo comporta una impugnatura davvero scomoda, unita ad un peso notevole. C’è da dire che
l’idea del tastierino non è completamente da buttare, visto e considerato che oggi, seppur in maniera diversa, esistono tastiere aggiuntive per pad. Infatti il tastierino poteva essere adoperato nei giochi, ad esempio come tasti ausiliari o per richiamare qualche menu particolare, molto utile se si pensa ad esempio a giochi strategici, gestionali. Purtroppo il risultato fu solo quello di disgustare l’esigua clientela di Atari. 
Per molti che pensano, oggi, che Apple sia sempre stata una casa gloriosa e sinonimo di sicura affermazione sul mercato, và sempre ricordato un flop colossale, in compartecipazione con Bandai, della sua console Pippin, che a parte il nome ridicolo, presentava un pad molto interessante, molto simile al pad banana di ps3, mai rilasciato (e direi anche per fortuna …), con la particolarità di avere una trackball al centro, da utilizzare tipo mouse. Soluzione intelligente che non ha mai trovato seguito, forse per difficoltà ergonomiche. 

Pippin pad...(!?)

Passando a Fujitsu, con il suo Towns Marty, troviamo un pad, molto semplice, che aborre strane forme, con 4 tasti, di cui due dorsali, un po’ inusuale ... discorso a parte per il controller Playdia, macchina indirizzata ad un pubblico giovane, con un pad dunque volutamente semplice, due tasti, con la particolarità di essere wireless. Panasonic, per il suo 3DO, scelse un pad semplice da cinque tasti, di cui due frontali, caratterizzato da un ingresso audio per le cuffie con tanto di regolazione del volume. Molto semplice e tradizionale il controller del Pc-Fx, con sei tasti molto simile nel disegno a quello megadrive. 


Chiudiamo con un pad, molto particolare che ricorda una cloche da aereo, quelle del Commodore Amiga cd-32. Il pad con due tasti dorsali e quattro frontali è comunque nel complesso convenzionale. I controller analizzati, ci permettono anche di effettuare valutazioni non sterili. 


Infatti questi hanno sempre caratterizzato le console da gioco, donandogli una identità ben precisa, caratterizzandole a tal punto che in alcuni casi si ricorda più un pad che la stessa console. Inoltre, come visto per Nintendo, risulta evidente la spinta e la carica innovativa, che in altri produttori viene a mancare, e se il  pad è parte integrante e fondamentale per un a console, ciò comporta un contraccolpo all’economia generale di tutta la macchina.

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